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  • Immagine del redattoreLaura Spadoni

Quando la terra singhiozza

Aggiornamento: 11 mag 2020

Accade sempre che non te lo aspettavi. Tu stai lì, preso dalle tue cose, immerso nel tuo mondo sempre uguale, quando all'improvviso, eccolo che si presenta. Hic!

Un sussulto distinto che può durare un attimo come un’intera giornata. E' un sobbalzo che... hic! la prima volta percepisci appena, non ti sai spiegare ma che poi hic! si ripete, hic! ti entra in gola e ti toglie il respiro. Senti che aumenta di intensità e allora, hic!.. capisci.


Singhiozzo.


Nelle acque buie della tua mente affiorano interrogativi come boe galleggianti lasciate affogare per un po'. Tutte domande che poni a te stesso sempre e solo quando ormai il problema ce l'hai. Ti interroghi sul suo funzionamento, ti domandi da quanto programmava la sua exploit e con quale cura ha definito i particolari di quel piano malefico, di quell'effetto sorpresa. Ti chiedi se è stato minuzioso nel soppesare i movimenti, magari per evitare di essere scoperto o se, semplicemente, si fosse dato all'improvvisazione, preso da un momento di adrenalina. Ma alla fine poco contano le risposte quando il singhiozzo si presenta. Perché prima o poi succede a tutti, e quando arriva sorprende, sempre.

Specie quando il singhiozzo decide di infastidire la terra.


Hic! si infila nelle case e hic! si ripete, più volte, sempre più forte e scombussola gli appartamenti, strappa i bambini dai sogni, le vecchiette dalle poltrone, i cuccioli dai tappeti. Danza con i tavoli imbanditi a colazione e strattona le librerie, come a voler deridere la conoscenza dell'uomo, che nulla può contro il singhiozzo della terra. Entra in scena, ferma le lancette, gli oggetti prendono vita.

Hic!

Cornici che saltano giù dalle mensole.

Hic!

Bicchieri di cristallo che intonano un canto delicato dal suono dolce, di un invito ad un brindisi.

Hic! E subito hic! hic!

Le fiinestre tremano e battono i denti lagnandosi del freddo della notte che ormai è finita.

Hic!

Corse. Pianti. Urla. Boato. Porte con parkinson. Stoviglie che TinTinTinTinTin. Quadri suicidi. Respiri rotti. Cocci di vasi come note su un piano.

poi... ....

Silenzio.

...

finito.

La terra si arresta. I cuori riprendono a battere.

Il singhiozzo ha deteriorato le pareti, ha sgretolato le certezze e lesionato le anime. Ha saccheggiato le case e rapito le speranze. Ha liberato nell'aria fuliggine amara. Polvere è tutto ciò che resta dei sacrifici di chi ha lottato per costruirsi un avvenire.


Dalle volanti assicurano che si può tornare alla normalità, nessuno però ci crede fino in fondo perché si potranno anche rimarginare le crepe, raccogliere i vetri, spazzare le macerie, ma non si potrà spazzare via con una scopa la paura di una porta che sbatte, cancellare con un po di vernice fresca il panico da lampadario che oscilla e da bottiglie con l'acqua che scandisce gli impercettibili respiri del mondo. Non basta una vita a cancellare la sensazione di infinita piccolezza. Perché accade sempre che...

Hic!

non te lo aspetti.

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