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  • Immagine del redattoreLaura Spadoni

La nobile arte di lasciar andare

La vita è un susseguirsi incessante di stagioni e di dure prove. Di estati e inverni, di momenti fugaci, felici e caldi, e di ostacoli da superare, decisioni da prendere a sangue freddo, di cose, città, persone, luoghi da lasciare andare. E quando giunge l'autunno nella nostra anima, dobbiamo avere il coraggio e spogliarci delle foglie secche e morte, accettare la messa a nudo, le difese basse e vincere il freddo per rifiorire, più forti di prima, nelle estati che verranno.


Quando lo sentiamo arrivare, quell'impellente desiderio di ritrovare noi stessi. Quando l'eco lontana di una tempesta rimbomba frastornante nelle orecchie e la sensazione di rigenerarsi ci morde dentro e piazza un terremoto ogni notte ai piedi del nostro letto, dobbiamo saper affrontare le paure e lasciarci andare alla metamorfosi.


Come prima di un salto da una scogliera, un tuffo in acqua fredda, un giro sull'Otto volante, dobbiamo saper contare fino a tre, alla rovescia, e lasciare andare il superfluo. Tre, via i ripensamenti, due, scaccio la paura, uno.. lascio andare un urlo e corro il rischio.


Dobbiamo saper far nostra ed apprendere la nobile arte di lasciare andare, quella degli artisti di Vita, sempre a caccia di bellezza, capaci di trasformare le loro esistenze anonime, essenziali, piatte in un'opera d'arte. Dobbiamo imitarli, seguirli e salpare, affrontando le correnti avverse, alla conquista di una primavera pronta a colorarci l'anima di speranza.

Lasciamo andare il passato, potiamo i rami secchi e morti che non ritorneranno alla gloria. Impariamo a lasciare andare gli anni perduti e abbracciamo la nostra età, facendo tesoro di gioie e dolori, responsabilità e doveri, incanti e rivelazioni. Cogliamo i frutti delle nostre esperienze, disseminati qua e là nei ricordi, e gustiamo il nettare ora che la maturità ha reso l'acre più dolce. E poi concediamoci una seconda possibilità, piantiamo un nuovo seme, perseguiamo sogni nuovi, impariamo dagli errori e affrontiamo il rischio delle tempeste che verranno senza troppe remore. Lasciamoci andare alla vita, scegliamo di essere, scegliamo il presente. E Scegliamoci.


Troviamo la forza di svellere le nostre radici e lasciamo andare le città del passato. Apprendiamo l'arte di essere cittadini di mondo. Adattiamoci, inseriamoci in contesti nuovi. Impariamo a chiudere a chiave nel nostro universo interiore le città che ci hanno ospitato, le realtà che verranno e quelle da cui immaginiamo di poter essere ospitati. Impariamo a lasciarci andare a nuove esperienze, a nuove avventure, a nuovi.. chissà.


Educhiamoci a lasciar andare le persone. Senza troppe toppe e cuciture o super colla, scotch e soluzioni precarie che non ristabiliranno davvero l'integrità di un legame spezzato, di una gioia perduta, di un sentimento affievolito, di una crepa nel cuore. L'eco assordante di un'anima che si è fusa al nostro essere ed ha condiviso con noi, anche se per un breve tratto di strada, sorrisi e lacrime, si protrarrà forse per giorni ed anni nelle stanze silenziose del nostro centro motore, ma una voce di ciò che non può più essere non può sovrastare i suoni di un mondo che è e che sarà. Teniamoci stretti il ricordo e lasciamo andare il rimpianto.


Rassegnamoci all'inevitabile. Non ostacoliamo il corso degli eventi e accettiamo il nostro essere al mondo hic et nunc. Lasciamoci andare alla nostalgia ed impariamo a bastarci. Lasciamo andare i vecchi amici, i vecchi amori, chi non c'è più, chi non abbiamo mai conosciuto. Congediamo, stacchiamoci di dosso il manto grigio dell'autunno, le foglie sbriciolate dal gelo che ha spazzato ogni vincolo, e accettiamo l'evoluzione. Concediamoci poi del tempo, per metterci al primo posto, per rispettarci e rispettare. Diamoci tempo e speranza.

Concediamoci il lusso di lasciar andare le emozioni. Seppelliamo il rancore che ci portiamo dietro come un macigno, le incomprensioni, i litigi portati all'estremo, le parole non dette, le lotte, le frustrazioni, le invidie. Impariamo a lasciar andare la paura e i divieti. Le voci che ci impediscono di essere felici e quelle che ci impediscono di tentare.

E la fragilità. Impariamo a lasciarci andare, ad essere noi stessi, ad essere fragili.


Lasciamo andare i luoghi dell'abitudine. Abbracciamo nuovi contesti, affrontiamo nuove sfide, generiamo ancora più valore. Impariamo a far squadra ogni giorno con volti diversi, apriamoci al dialogo, allo scambio, alla novità.


Apprendiamo l'importanza di cadere, di sbagliare, di farci inverno per poter maturare in una splendida primavera. Sfatiamo il mito della bellezza della rondine, che adagiata su una vita illusoria fatta solo di sole e scorciatoie, vive solo di estati. Valorizziamo piuttosto l'importanza di farsi formica, di lavorare per conquistarsi la serenità, nonostante i rischi, le pedate, le minacce ed il senso di inferiorità dettato dalle proporzioni. Impariamo a lasciare andare i giudizi, i pregiudizi, le etichette, le illusioni, il dolore, le ingiustizie subite.


Perché solo chi sa farsi inverno può trovare primavera. Solo chi corre il rischio di soffrire, saprà rinascere dalle proprie ceneri, come una fenice ardente ed una splendida farfalla che sboccia dal bozzolo di una crisalide.

Conta fino a tre e...

Lasciati andare.

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