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  • Immagine del redattoreLaura Spadoni

Rifugiati a Fernweh



C'è un posto nascosto, segreto. Presente sulle mappe eppure assente alla vista.

Un posto speciale, dove l'aria è pulita, un posto che non è stato intaccato.


In un posto così, i virus non si replicano sai? Il giorno della loro nascita coincide con il giorno della dipartita. L'antidoto è la malattia e la malattia l'antidoto.


Un posto speciale davvero. Tutto si confonde nel luogo dove l'aria si porta via con sé scorie negative, e con esse, le voci, i rumori e le parole taglienti come lame.


Ti ci dovresti davvero portare.


L'acqua scorre insieme al tempo, scrosciante come il ritmo delle ore che vorresti non passassero mai, e che invece scivolano via. Le ore, in un posto così, sono come quelle gocce che si inseguono sul parabrezza dell'auto quando fuori piove ma tu sei dentro che scommetti su una di loro con l'indice che preme sulla scia umidiccia.


Dovresti proprio andarci sai? Rifugiartici per un po'.


Non ci sono colori caldi, in un posto così. Niente rosso, arancione, giallo rinforzato. C'è il buio, solo nell'istante in cui decidi di partire ma poi è tutto così chiaro, cristallino, blu e bianco, celeste e verde.


Un posto caldo ed accogliente, tropicale, sereno e silenzioso. Il chiasso te lo dimentichi in un posto così. Te lo dimentichi.


Tutto quel rumore che agita, scuote il sistema nervoso e tira i nervi come corde di violino tese troppo e stridule, pronte a saltare da un momento all'altro, proprio non ricordi come è fatto quando sei in un posto così.


È incantevole, Fernweh.


Regna un silenzio che scuote dentro più di una sinfonia di clacson impazziti tra via del Corso e Piazza Venezia. Agita senza far rumore. Un terremoto tra le costole che percepisci appena, eppure c'è. È sempre lì, che batte a ritmo ben scandito.


Un'oasi di serenità, che sa di primavera e dove è sempre estate, Fernweh. Davvero, fidati. Dovresti proprio concederti un po' di tempo per visitarlo.


Il cibo a Fernweh ha il sapore dell'infanzia e ogni casa, lì a Fernweh, ha una storia che hai vissuto.

Cittadini del tuo cuore, fantasmi del passato, ombre del futuro. Tutti pronti ad accoglierti a Fernweh.

Abbracci. Baci. Condivisione.


L'A B C di Fernweh, costume di un posto così ridente.

Davvero ospitale, dovresti proprio andarci.


È a due passi, proprio lì, dove sogni e ricordi si incastrano. Un luogo umido, impigliato tra le ciglia. Appiccicato dietro alle palpebre, che vedi solo se decidi di smettere di guardare. Crocevia dei "dove vorrei essere" e dei "dove tornerei".


Un nostalgico altrove, di cui troppo poco si parla.


Ti ci dovresti davvero portare.


E una volta andato saprai, che significa Fernweh.

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