Ci sarà un caffè amaro al mattino che dirotterà la tua giornata. L'umore incerto come il cielo alle prime luci dell'alba e la voglia di rimboccare le coperte sui pensieri dal polo negativo, per soffocarli nel buio di un sonno ristoratore.
Ci sarà il treno affollato e tu stipato in un angolo, aggrovigliato a sagome incerte, circondato da volti ignoti. E ci sarà la sensazione di oppressione e, insieme, solitudine quando, impigliato in una rete di braccia e cuori, ti sentirai stretto nella morsa della tua diffidenza che come un muro divide il tuo mondo da chi mai conoscerai.
E ci sarà chi, con fare distratto, strattonerà lo zaino che porti in spalla da tutta una vita e proteggi da mani curiose e idee sporche. La tua borsa rattoppata dalla zip guasta che fai fatica ad aprire, la Tua, che ad ogni gomitata estranea senti il bisogno di stringere. E la schiena ingobbita per il peso dei sogni che nascondi al suo interno, accartocciati nel fondo e mischiati insieme a tutte le cose di cui hai bisogno ma che hai dimenticato di aver riposto al suo interno.
Ci sarà l'inadeguatezza dei tuoi anni. Il fastidioso disagio inferto delle sedie troppo basse per raggiungere le tue ambizioni. E ci sarà la vista annebbiata, le ciglia umide, le guance rigate quando la resa avrà il sopravvento. E poi ci sarà la paura a farti da balia e da guida quando aggirerai gli ostacoli della vita, oltre i quali si cela il tuo infinito e la tua meta.
E ci saranno i muscoli che bruciano, i crampi e le contratture durante la tua personale corsa alla felicità. Ci sarà l'affanno a rimbombare nelle orecchie e la gola secca ad importi il silenzio. E ci sarà il dolore e la voglia di mollare. Ci sarà l'acido che si insinua e scorre nelle fibre del tuo cuore.
Ed il tempo per te stesso che si allontana tagliando il traguardo per primo. Ed il tempo per le responsabilità che ti semina. E tu troppo indietro per entrambi.
Ci sarà il sentirsi donna e maledirsi. Ci sarà la domenica per il trucco leggero, i capelli fuori posto e le imperfezioni. E i giorni a venire, per il rossetto rosso che stenderai sulle labbra quasi a convincerti che la forza sta tutta lì, concentrata in uno stick, dandola vinta al mondo e alle sue regole. Così ti macchierai del colore del sangue, per sentirti migliore.
Ci sarà il tuo volto senza veli davanti ad una platea di sguardi nascosti dietro ad un burqa. E ci sarà una nuova era e l'impotenza davanti alla tirannia dello specchio, dello schermo - di un display, di una bilancia. E il ribrezzo per te stesso per l'incapacità di conferirti un titolo, pur essendo pieno zeppo di etichette.
Ci sarà la voglia di infliggerti colpe che non hai per far da scherno agli indici puntati contro, ai pollici di pixel alzati a tuo favore. Ci saranno i giudizi affilati come artigli a graffiarti il cuore. E le esistenze come mura di cinta che proteggeranno le proprie opinioni dalla potenza del dialogo.
E la nostalgia. Ci sarà,
a ferire.
E l'influenza nel weekend. La pioggia a ferragosto. Il gelo senza guanti. La lingua scottata dalla cioccolata calda. I chilometri che separano, la distanza che divide, l'assenza che assorda. La notte senza stelle. Un istante senza sogni. II buio.
Ma ci sarà,
a lenire.
La voglia di fare. Il coraggio dietro alla paura. Lo spirito agonistico a sfidare le lancette e le avversità del domani. L'amore per se stessi e verso gli altri.
Un grazie di troppo. Una risata.
Il sì a sostituire il no, il tu dopo l'io, Il mare dentro, che con la risacca, prende lo sconforto e restituisce pace. E l'impeto di un'onda che nasce dall'interno e spazza via i frammenti di dolore che inquinano la giornata che uno avrà.
E poi ci sarà sempre una penna, a disegnare curve su un foglio e, insieme, ad inciderne una sul viso. Con un tratto fugace, all'insù.
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